Immagine di copertina: Gerd Altmann da Pixabay
Oggigiorno di parla molto di stress e spesso si usa questo termine in maniera generica per indicare vari tipi di malessere, ma senza sapere cosa esso sia in realtà.
Come abbiamo visto nell’articolo precedente, la risposta da stress prepara l’organismo a reagire difronte alla percezione di una minaccia fisica o psicologica; si tratta di un meccanismo innato che porta alla salvaguardia della propria vita. Nel corpo si verificano molte reazioni che preparano alla cosiddetta reazione ‘fight or flight’, lotta o fuggi, come fu definito da Selye agli inizi del Novecento (cit. in Sapolsky); queste consistono in aumento della frequenza cardiaca e pressione sanguigna, aumento del ritmo respiratorio, inibizione della digestione, inibizione del sistema immunitario, inibizione di attività di crescita e riproduzione (v. Sapolsky), reazioni che alla lunga portano a varie malattie come visto in precedenza.
Lo stress cronico è quindi molto dannoso per l’organismo, ma spesso non ci si rende nemmeno conto di vivere in questa condizione. Esso si potrebbe definire come una condizione costante di ansia, paura, preoccupazione, tristezza, rabbia, emozioni che alla lunga costituiscono e mobilitano la risposta di stress dell’organismo. Come affermato da Sapolsky, ‘noi esseri umani siamo abbastanza intelligenti da generare qualsiasi tipo di eventi stressanti puramente nella nostra testa. […] Lo stress psicologico prolungato è un’invenzione recente, in buona parte limitata agli uomini […]. Noi siamo in grado di provare fortissime emozioni (che comportano sconvolgimenti nel corpo) legate a semplici pensieri’. Stress è quindi ciò che noi percepiamo come minaccioso o pericoloso, sia esso un leone che vuole sbranarci o l’esame che dobbiamo affrontare.
Ma a livello cerebrale cosa succede?
L’ormone chiave per la reazione di stress è il cortisolo, un ormone steroideo, e la struttura cerebrale che sta a monte del rilascio del cortisolo è l’amigdala.
L’amigdala è una struttura a forma di mandorla (da cui prende il nome), situata nel lobo temporale dell’encefalo; essa si attiva in situazioni di pericolo fisico o psicologico scatenando una reazione di paura, e quando viene attivata stimola i neuroni dell’ipotalamo che danno il via al rilascio di cortisolo. Quindi alla base di una reazione di stress c’è la paura, un’emozione antica e fondamentale legata alla salvaguardia dell’individuo.
L’ipotalamo è una struttura situata alla base del cervello fondamentale nel ricevere le risposte viscerali e somatiche e integrarle con le necessità dell’organismo; esso regola l’omeostasi corporea (mantenimento di valori fisiologici necessari al funzionamento dell’organismo).
Un gruppo di neuroni dell’ipotalamo (neuroni neurosecretori parvocellulari) secernono ormoni che attivano a loro volta un’altra struttura, l’ipofisi anteriore, anch’essa situata alla base del cervello.
L’ipotalamo secerne l’ormone CRH (ormone stimolante il rilascio di corticotropina), che stimola l’ipofisi a rilasciare la corticotropina (ACTH). L’ACTH entra nella circolazione sanguigna, raggiunge le ghiandole surrenali dove stimola il rilascio di cortisolo [Ghiandole surrenali: ghiandole situate sopra i reni, e suddivise in una parte esterna (corticale) ed una interna (midollare)].
Questo meccanismo viene chiamato ASSE IPOTALAMO-IPOFISI-SURRENE.
Il rilascio di cortisolo, e quindi la riduzione della risposta di stress, viene controllato e inibito tramite un meccanismo di feedback da un’altra struttura, chiamata ippocampo: questa inibisce il rilascio di cortisolo quando il suo livello diviene troppo alto. In condizioni di stress cronico, l’eccessiva presenza di cortisolo può causare seri danni all’ippocampo e ridurre quindi così la sua capacità di inibire la risposta allo stress.
(Riferimenti tratti da Neuroscienze – esplorando il cervello)
Dott.ssa Chiara Tumminello
BIBLIOGRAFIA:
- Neuroscienze – esplorando il cervello, F. Bear, W. Connors, A. Paradiso, Edizioni Edra, 2017
- Perché alle zebre non viene l’ulcera?, R. M. Sapolsky, Orme Editori, 2006