A chiunque sarà capitato di avere dei dubbi nel corso della propria vita, forse su cosa fare in una situazione, o con una persona, o riguardo a sé stessi. Dubitare vuol dire mettere da parte le proprie certezze per entrare nel terreno sconosciuto del non sapere.
Il dubbio permette di accettare che possano esistere altri punti di vista corretti oltre al proprio, e quindi consente un confronto con l’altro che può portare ad ampliare o correggere il proprio modo di vedere. Dubitare consente dunque di non cadere nel dogmatismo o nel fanatismo delle proprie o altrui idee, di non leggere nulla come una verità assoluta e di non accettare un’idea come un dato di fatto immutabile. Il dubbio, letto in quest’ottica, diventa uno strumento di crescita e aiuto all’equilibrio personale.
Ci sono però situazioni in cui il dubbio diventa eccessivo e paralizzante. Sono le situazioni in cui davanti ad una scelta diventa difficile decidere cosa fare; allora si scrivono liste di pro e contro, si riflette molto su quali potrebbero essere i guadagni e le perdite e su quale potrebbe essere la “scelta perfetta”. Alla base vi è una profonda paura di sbagliare e la necessità di aderire ad elevati standard di comportamento interni. Ciò viene definito dalla Mc Williams come “mania dubitativa” : alcune persone, “nel tentativo di mantenere aperta ogni possibile opzione, in modo da poter avere il controllo (immaginario) su ogni possibile esito, finiscono col non avere nessuna opzione” *. Tali persone hanno la tendenza a procrastinare la scelta, atteggiamento che può essere letto in parte “come un tentativo di evitare il senso di colpa che insorge inevitabilmente quando prendono un’iniziativa” (ib.).
All’opposto può verificarsi una situazione in cui i dubbi vengono all’apparenza eliminati, con la conseguenza che il pensiero diventa dogmatico. Ciò può accadere, secondo Jung, quando viene utilizzata la facoltà del pensiero cercando di escludere dalla propria coscienza ogni forma di sentimento : “quanto più i sentimenti sono rimossi, tanto maggiore è l’influenza dannosa che essi esercitano segretamente sul pensiero… (che)… diventa rigidamente dogmatico” #.
In questo caso, se all’apparenza ogni dubbio sembra cancellato, in realtà è, come sostiene Jung, “ipercompensato”.
Ne deriva che né un eccesso di dubbi in termini di eccessiva insicurezza, né un eccesso come falsa sicurezza sono davvero d’aiuto. Da ciò nasce l’esigenza di saper utilizzare in maniera equilibrata questo strumento, come facoltà del pensiero che consente di non chiudersi rigidamente in sé stessi e che apre invece a nuovi confronti e possibilità
*Cit. tratta da Nancy Mc Williams, La diagnosi psicoanalitica, Casa Ed. Astrolabio
# Cit. tratta da C. G. Jung, Tipi psicologici, Ed. Bollati Boringhieri